mercoledì 5 aprile 2017

Stare sul quamquam


Finalmente il grande giorno era arrivato. Il rag. Servetti non credeva ai suoi occhi (e ai suoi orecchi);  il commesso gli aveva appena consegnato una lettera - attesa da anni - con la quale l'Azienda gli comunicava la tanto agognata promozione: poteva, finalmente, mettere in atto le sue "attitudini al comando", per usare un'espressione militare. Servetti non perse tempo, tirò fuori dal cassetto la targhetta e i biglietti da/di visita - ingialliti dal tempo - con la dicitura "Servetti  rag. Pasquale - Capo del Personale " e convocò presso di sé i suoi "subalterni" ex colleghi. Questi entrarono senza bussare, come erano soliti fare da anni, ma furono subito invitati a rientrare nei ranghi dal neocapo del personale, che li apostrofò con tono autoritario: «Amici, vi comunico che l'Azienda, finalmente, ha riconosciuto i miei meriti e la mia alta professionalità e mi ha promosso, quindi, capo del personale in sostituzione del dott. Pomponio che - come sapete - ha lasciato il servizio per raggiunti limiti di età. Da oggi, per tanto, non si muove foglia che Servetti non voglia; il che significa - in soldoni - che devo essere messo al corrente di tutto e qualunque richiesta deve avere la mia personale approvazione. Mi riferisco, in particolare, al signor Donnino che ha fatto, fino a ieri, il comodo suo. È tutto, potete andare».  Tutti lasciarono la stanza tranne Donnino che si avvicinò a Servetti e gli sussurrò in un orecchio: «Non hai ancora preso "possesso" della tua carica è già stai sul quamquam».  Il capo del personale non capí il senso della battuta (ma forse non conosceva neanche il modo di dire) ma non chiese chiarimenti al suo "dipendente": la sua "superiorità" non glie lo permetteva. Ci pensiamo noi, caro rag. Servetti. "Stare sul quamquam" significa assumere un'aria "da superiore", avere un atteggiamento borioso; darsi, insomma, un'importanza eccessiva. Secondo il linguista Ottorino Pianigiani il modo di dire è "maniera tolta dall'enfasi con cui questa voce latina si pronuncia". Per il Dizionario Enciclopedico Italiano, invece, la locuzione sarebbe dovuta al  "frequente uso della parola nelle dispute e trattazioni medievali". Al di là dalle varie interpretazioni sull'origine dell'espressione, ci sia consentita una considerazione di carattere personale. Troppe aziende pubbliche e private sono piene di  "quamquamquini" messi lí per accontentare un personaggio politico o un determinato sindacato; i quali "quamquamquini" , alla prova dei fatti, si rivelano degli incompetenti e degli analfabeti. Questi "squallidi" individui dovrebbero essere puniti  - assieme ai loro "mecenati" - per millantato credito.
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I prefissi  "porta-" e "posa-"
Si presti attenzione all'uso corretto dei prefissi su menzionati. Il primo si adopera per designare oggetti fatti per portare (o contenere) a lungo ciò che esprime il nome (portaritratti); il secondo per indicare oggetti su cui si posa temporaneamente qualcosa (posaferro[da stiro], posacenere). Il portaritratti resta, non si getta; la cenere si getta e il ferro si toglie dal... posaferro. Alcuni vocabolari però...  A supporto della nostra tesi provate a dire posaritratti in luogo di portaritratti...

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