domenica 23 ottobre 2016

Niente paura: c'è il ladro!


Se apriamo un qualsivoglia vocabolario della lingua italiana alla voce o lemma “ladro”, leggiamo: chi ruba o compie furti. Bene. Analizzando però la parola, ricercandone l’etimologia, vale a dire l’origine, scopriamo una cosa a dir poco… sorprendente: il vocabolo su menzionato, quando è “nato”, non aveva affatto l’accezione attuale. Analizzare una parola significa ripercorrere la strada che il vocabolo ha fatto, fin dal suo nascere, per giungere a noi. Ripercorriamola, dunque. Ladro viene, manco a dirlo, dal latino “latro, latronis”, derivato, a sua volta, sempre dal latino “latus, lateris” che significa ‘fianco’, ‘lato’ e in origine indicava una persona che camminava ‘a lato’, ‘a fianco’ di un personaggio di un certo rango al fine di proteggerlo da eventuali aggressioni di malintenzionati; oggi diremmo che il ‘ladro’ era la guardia del corpo di personaggi in vista. Il contrario, quindi, dell’attuale accezione. Con il trascorrere dei secoli – come si sa – molte parole hanno mutato il loro significato originario e il latino “latro”, infatti, si è trasformato in ‘ladro’ acquisendo l’accezione odierna di… ladro.
Dal ladro passiamo all' "antenna", parola attualissima considerata la presenza massiccia delle antenne televisive che fanno bella mostra di sé sui tetti delle nostre case. Qui – a nostro avviso – il discorso si fa più interessante perché ci sono due scuole di pensiero circa l’origine della parola. Alcuni studiosi di etimologia (la scienza che studia la “nascita” delle parole) fanno derivare il termine dal nome dell’antica città della Sabina, Antenne, così chiamata dal latino “ante amnem”, ‘davanti al fiume’. Da questa città veniva, infatti, il legname adoperato per la costruzione delle antenne delle navi. Altri, invece – e noi, modestamente, concordiamo – connettono il termine con il verbo “tendere”: l’antenna si “tende” verso l’alto a captare le onde sonore o le immagini. Per questa spiegazione non occorrerebbe neanche scomodare l’etimologia. Non è facile, invece, spiegarci la presenza del prefisso “ante” che, certamente, è la preposizione latina “ante” (davanti). Davanti a cosa? Onestamente non siamo in grado di dare una risposta. È certo, invece, che i naturalisti chiamano “antenne” quelle protuberanze di cui sono dotati moltissimi insetti e che si “tendono” a captare i suoni e gli odori.

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La parola proposta da questo portale è: manzuola. Sostantivo femminile che vale "dispetto", "offesa" e simili.

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