sabato 7 febbraio 2015

Granché o gran che?


Da "Domande e risposte" del sito "Treccani":

LA VOCE ‘GRANCHÉ’ È COMPOSTA DA ‘GRAN’ (TRONCAMENTO DI ‘GRANDE’) E ‘CHE’: SI PUÒ USARE SEPARATA E NON UNITA? PER ESEMPIO: "QUEL FILM NON È UN GRAN CHE".

No, si deve scrivere unita (la forma è univerbata, se vogliamo dirla con un tecnicismo linguistico), sia per granché pronome indefinito, usato nell'accezione di 'cosa, evento di notevole importanza' (in frasi negative: il film non era un granché), sia per granché in modalità avverbiale, col significato di 'molto, assai' (sempre in frasi negative: non ho granché voglia di parlarne). La grafia disgiunta è antiquata e letteraria.
----------
Il DOP, Dizionario di Ortografia e di Pronunzia, (ed. RAI), dà, come prima occorrenza, la grafia scissa, considerando meno comune quella univerbata.
Siamo alle solite: il lettore che cerca "conforto" chi deve ascoltare?
Una rapida ricerca in Rete sembra dar ragione al DOP: 111.000 occorrenze per la grafia scissa; 53.800 per quella univerbata.
Per l'Accademia della Crusca " È diffusa e ammessa la forma con scrizione sintetica granché;" Sembra, quindi, essere sulla stessa posizione del DOP.

2 commenti:

Ines Desideri ha detto...

Caro dottor Raso,
non vorrei peccare di superficialità, ma sinceramente non comprendo il quesito che lei pone: "... il lettore che cerca conforto chi deve ascoltare?".

A mio avviso, l'affermazione "La grafia disgiunta è antiquata e letteraria" (Treccani) non significa che scrivere "gran che" sia errato.
Molte voci, molte grafie, molte espressioni sono oggi considerate obsolete, eppure vengono adoperate da coloro che - parlando o scrivendo - le preferiscono ad altre, oggi più diffuse, per quel fenomeno tanto naturale quanto inevitabile che chiamiamo evoluzione linguistica.

Mi stupisce, invece, che la Treccani unisca ad "antiquata" l'aggettivo "letteraria": questo potrebbe veramente disorientare il lettore, inducendolo a dedurre che quello letterario sia un linguaggio "a sé stante", avulso dai comuni contesti comunicativi ed espressivi.

Quanto al numero di occorrenze trovate in Rete, ritengo che i dati emersi non chiariscano i dubbi in proposito, poiché una simile ricerca (rapida, scrive lei stesso) non tiene conto di un aspetto determinante: il lasso di tempo durante il quale la grafia disgiunta è stata considerata più comune - e dunque più diffusa e usata - della forma univerbata.
Si tratta, a mio avviso, di un lasso di tempo molto più esteso, che - di conseguenza - ha determinato un maggior numero di occorrenze.

Cordiali saluti
Ines Desideri

Fausto Raso ha detto...

Gentile Ines,
il suo commento - come sempre - è interessantissimo e condivisibile.
Io contestavo, però, la perentorietà della risposta della Treccani: "No, si scrive unita". Come giustamente fa rilevare lei, infatti, la grafia disgiunta non è errata.
Cordialmente
FR