domenica 4 agosto 2013

Sull'uso corretto del verbo tradire

Il verbo “tradire”, leggiamo nel “Dizionario Linguistico Moderno” di Aldo Gabrielli, «spesso è usato, sul modello francese, col significato di ‘manifestare’, ‘rivedere’, ‘palesare’, ‘mostrare’, ‘scoprire’, ‘dare a divedere’, ‘essere indizio’ e simili: “Ogni atto tradiva la sua commozione”; “L’abito aderente tradiva le sue forme”; “Ciò che fai tradisce la tua bassa origine” e simili, è un uso improprio, che bisogna evitare, perché in tutti questi esempi non c’è ombra di tradimento o di inganno. Si userà invece bene nel significato di rivelare involontariamente ciò che si voleva celato, e che reca pericolo e danno: “Negava ostinatamente, ma il rossore del viso lo tradiva; “Pareva innocente, ma con una incauta parola si tradí”». Possiamo, se amiamo il bel parlare e il bello scrivere, non seguire il suo consiglio?  
Approfittiamo dell’occasione per segnalare, ancora una volta, una disparità di vedute tra il vocabolario Gabrielli in rete (ritoccato) e il Dizionario, sopra citato, dello stesso autore circa l’invariabilità o no del sostantivo “spartitraffico”. Il vocabolario ritoccato sostiene l’invariabilità del termine, il Dizionario, invece, scrive a chiare lettere: plurale “spartitraffici”.

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