venerdì 2 agosto 2013

Cavarsela per il rotto della cuffia

«E cosí, anche questa volta, agli esami d’italiano te la sei cavata per il rotto della cuffia», sbottò il padre, non celando un certo disappunto. «Ma papà, cosa dici?! Agli esami ero a capo scoperto, non avevo nessuna cuffia». «Sciocco, lo vedi che ho ragione, come hanno fatto a promuoverti se non conosci neanche il significato di ciò che ho detto? Voglio dire che sei stato promosso a malapena, per un pelo, di stretta misura. Si adopera quest’espressione, cioè ‘cavarsela per il rotto della cuffia’, quando si vuol mettere in evidenza il fatto che ci si è salvati da un pericolo, da un insuccesso – come nel tuo caso – solamente perché alcune circostanze ci sono state favorevoli». «E la cuffia, papà, che c’entra? Forse si usa come talismano?». Il padre, a questo punto, pensò proprio che la sventura si fosse abbattuta sulla sua casa, dandogli un figlio scemo. Poi si riprese e con calma tentò di spiegare al pargolo l’origine e il perché di questo modo di dire. «Vedi, figliolo, questa frase idiomatica pare provenga da un gioco medievale, detto del saracino o della quintana. Il cavaliere, armato di lancia, doveva colpire lo scudo di un fantoccio, abbigliato da saracino, cercando di non farsi disarcionare. Spesso, però, i cavalieri venivano colpiti alla cuffia dalla mazza del fantoccio,  ma i giudici di gara davano ugualmente buona la prova perché il ‘concorrente’ non era stato disarcionato; pur non avendo effettuato una gara eccezionale, il cavaliere aveva vinto “per il rotto della cuffia” (la cuffia, cioè, si era rotta per l’urto ma il cavaliere non era stato disarcionato, rimanendo incolume)». Per quanto attiene al nome del gioco, la “Quintana” (o del saracino), riteniamo sia interessante conoscerne l’origine. Sembra derivi dal francese del XII secolo, “quintaine”, e questo dal … latino “quintana” (strada trasversale del campo romano, dietro il pretorio, nella quale si teneva il mercato; strada di “quinto rango”, diremmo). La quintana, all’inizio, era la strada che dovevano percorrere i cavalieri, poi, con il trascorrere del tempo, per estensione, ha assunto anche il significato di “giostra”, “gioco”.

1 commento:

valentina ha detto...

Mi è piaciuta molto questa presentazione di una spiegazione linguistica. Interessante e nello stesso tempo simpatica. Grazie.