lunedì 9 maggio 2011

«Essere una testa di turco»


Il modo di dire che avete appena letto ha lo stesso significato dell’altro, piú conosciuto, “essere il capro espiatorio”. Si dice, infatti, di una persona sulla quale vengono fatte ricadere tutte le colpe o le responsabilità altrui. La locuzione trae origine dal fatto che, nei tempi andati, i cavalieri si esercitavano al combattimento contro un fantoccio girevole, raffigurante il nemico, che aveva i lineamenti di un turco. Anche nei baracconi delle fiere – per molto tempo – delle teste raffiguranti un turco con il turbante vennero adoperate per il tiro al bersaglio. Perché proprio la testa di un turco? Perché i turchi erano dei guerrieri temutissimi per la loro ferocia tanto che l’esclamazione «mamma li turchi!» è arrivata fino ai nostri giorni.

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Dallo “Scioglilingua” del Corriere della Sera in rete:
un dubbio
Caro Professore, Ho un dubbio. Si dice:
I libri che ho letto ( o letti)?
I figli che ho lasciato in Italia (o lasciati)?
La ringrazio.
(Firma)
Risposta del linguista:
De Rienzo
Sono giuste le prime alternative con il participio al maschile singolare.
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Gentile Professore, sono corrette entrambe le costruzioni. Con i pronomi relativi l’accordo si può avere oppure no; in questo caso tutto dipende dal gusto di chi parla o scrive. Alcuni autorevoli grammatici consigliano di lasciare il participio passato invariato: i baci che ti ho dato (ma anche i baci che ti ho dati); le canzoni che ti ho dedicato (ma anche dedicate). Quindi: i libri che ho letto o letti; i figli che ho lasciato o lasciati in Italia.

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