sabato 30 aprile 2011

«Essere fuori di Bologna»



Gentilissimo dott. Raso,
questa mattina mi sono imbattuto, leggendo un libro di qualche anno fa, in un’espressione mai sentita: «Non devi dare ascolto a ciò che dice Giovanni, perché è fuori di Bologna». Dal contesto la città di Bologna non c’entrava affatto. Le sarei grato se volesse spiegarmi il significato della locuzione. Grazie e complimenti vivissimi per la sua opera in difesa della lingua italiana.
Francesco V.
Grosseto
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Cortese Francesco, la locuzione – desueta per la verità – sta a significare che quella persona, nel caso specifico Giovanni, non è degna di fede perché ritenuta un essere sciocco. Cosa c’entra, dunque, Bologna con la “sciocchezza” di una persona? È presto detto. Come si sa, il capoluogo emiliano è conosciuto come “Bologna la dotta”, la “mater studiorum”, e un tempo da ogni parte d’Italia e dall’estero moltissimi giovani vi si recavano per frequentare la sua università dalla quale uscivano “dottissimi” tanto che le sue monete, anche quelle coniate sotto lo Stato Pontificio, recavano il motto «Bonomia docet». “Essere fuori di Bologna”, quindi, con il trascorrere del tempo ha acquisito il significato figurato di “esser fuori della casa del sapere, della conoscenza” e, pian piano, attraverso una degradazione semantica (‘cambiamento di significato’) ha assunto l’accezione di “essere uno sciocco”, perché fuori della città del sapere, appunto.

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