venerdì 31 dicembre 2010

Capodanno, quale plurale?



Gentilissimo dott. Raso,
sono un assiduo lettore delle sue “noterelle” dalle quali apprendo “cose linguistiche” che non tutti i testi specifici trattano. Mi pregio augurarle una buona fine e un buon principio d’anno. Colgo l’occasione per chiederle di aiutarmi a dissipare un dubbio che mi assilla circa il plurale di capodanno. Qual è quello corretto?
Grazie
Silvano U.
Fermo
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Cortese Silvano, la ringrazio e ricambio, di cuore, gli auguri. Quanto al plurale di capodanno è stato già trattato sul “Cannocchiale”, glie lo ripropongo.

Qual è il plurale di “capodanno”? Molti vocabolari, a nostro avviso, confondono le idee perché ammettono vari plurali: capodanni, capidanno e capidanni. Il termine, innanzi tutto, si può scrivere, nella forma singolare, anche scisso: capo d’anno. Per quanto attiene al plurale uno solo, a nostro modo di vedere, è quello corretto: capodanni. Questo in ottemperanza alla “legge” che regola la formazione del plurale dei sostantivi composti con “capo”. La suddetta “legge” stabilisce l’invariabilità di ‘capo’ (prende il plurale solo il secondo elemento) quanto questo ha il significato di “primo”, “principale”: il capolavoro (lavoro principale), i capolavori; il capocuoco (il primo cuoco) i capocuochi; il capoluogo (il luogo principale), i capoluoghi. Il capodanno, quindi, essendo il “primo” giorno dell’anno farà il plurale mutando solo il secondo sostantivo: capodanni. Siamo confortati anche dal Dop (Dizionario di Ortografia e Pronunzia). Si clicchi su
http://www.dizionario.rai.it/poplemma.aspx?lid=67127&r=19550

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A proposito di "monolingue", il cui plurale - senza ombra di dubbio - è "monolingui", abbiamo chiesto un chiarimento alla Redazione della "Treccani"; se avremo una risposta saremo lieti di pubblicarla:

«monolingue
monolìngue agg. [comp. di mono- e lingua, sul modello di bilingue], invar. – 1. Scritto o redatto in una sola lingua (contrapp. a bilingue, plurilingue, multilingue): iscrizione m.; documento, contratto m.; di opera lessicografica, che registra le parole e la fraseologia di una sola lingua, spiegandole e definendole con altre parole della lingua stessa, come per es. un vocabolario o dizionario italiano, o francese, o inglese, o russo (in contrapp. ai vocabolarî o dizionarî bilingui, che registrano, in genere senza definizione, le parole e le locuzioni di una lingua per darne la traduzione in un’altra lingua, come sarebbe, per es., un vocabolario italiano-tedesco e viceversa). 2. Di individuo o gruppo etnico che conosce e usa una sola lingua, o di luogo in cui è conosciuta e parlata una sola lingua o il solo dialetto locale: essere m.; popolazione m., zona monolingue».


Cortese Redazione,
mi piacerebbe sapere per quale motivo “linguistico” il “Treccani” attesta “monolingue” come aggettivo invariabile quando tutti i vocabolari che ho consultato non ammettono l’ “invariabilità”. Il Dop, Dizionario di Ortografia e Pronunzia, in particolare, è chiarissimo: nella forma plurale “non -gue”.
Grato di una vostra risposta, auguro un felice anno nuovo.
Fausto Raso




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