martedì 20 luglio 2010

Il delitto? Non sempre è un omicidio


Molte persone - anche quelle dalla “cultura insospettabile” - confondono il delitto con l’omicidio, nel senso che ritengono i due termini l’uno sinonimo dell’altro. No, amici blogghisti, il delitto e l’omicidio non sono affatto sinonimi, anche se l’omicidio è un... delitto, come è un delitto, del resto, il latrocinio o il rapimento. Il delitto, lo avrete capito, è un qualunque reato. Compiono un’azione delittuosa, quindi, tutti coloro che - come dice l’etimologia del termine - “vengono meno (al dovere)” e “commettono una mancanza”. Ma cerchiamo di spiegarci meglio. Il delitto, dunque, sotto il profilo etimologico è il latino “delictu(m)” (crimine, reato), derivato di “delictum”, supino del verbo “delinquere”. Il verbo latino, a sua volta, è composto con la particella “de”, con valore intensivo, e con il verbo “linquere” (lasciare, abbandonare) con il significato, quindi, di “lasciare indietro”, “mancare” e, per tanto, “venir meno (al dovere)”, “commettere una mancanza, una colpa”. Il ladro, quindi, commette un “delitto” rubando; l’assassino compie un “delitto” uccidendo. Come si fa a dire, dunque, che omicidio e delitto sono la stessa cosa? Tutte le persone che commettono un reato, un delitto, “delinquono”, abbandonano, per tanto, la via (della giustizia, della legge). Due parole, per concludere, sul “reato”, che nell’uso è considerato sinonimo di delitto. Cosí non è, essendo (il reato) di etimologia diversa. Il reato, alla lettera, è la “condizione di accusato” ed è un derivato del latino “reus” (imputato), a sua volta tratto da “res”, vale a dire la “cosa” che costituisce la “premessa”, il “debito” per il quale il “reo” è chiamato a comparire davanti al giudice. Nell’uso, però, il reato vale “delitto”, “colpa” e simili.

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