lunedì 21 giugno 2010

Il treno è deragliato o ha deragliato?



Dalla rubrica di lingua del quotidiano la Repubblica in rete:

daniela scrive:
20 giugno 2010 alle 16:30
vorrei sapere se è corretto utilizzare l’ausiliare “essere” per verbi come deragliare, sbandare, straripare in frasi del tipo: “l’auto è finita nel fosso dopo essere sbandata” “il treno è deragliato a causa di un masso sui binari” “il fiume è straripato a causa del maltempo” e simili. Vorrei porre anche un’altra domanda: la maestra del mio nipotino sostiene che dire “ho rimasto” invece di “mi è rimasto” oggi è accettato come corretto perchè diventato ormai di uso comune e non più solo dialettale. Faccio bene se continuo a correggerlo o devo rassegnarmi? Grazie.
linguista scrive:
20 giugno 2010 alle 17:04
L’uso degli ausiliari non segue una regola sistematica. Per quanto riguarda i verbi intransitivi si usa “essere” o “avere” tenendo conto di varie considerazioni: se il verbo è o non è di movimento (con altre indicazioni che riguardano il tipo di movimento); se l’azione è effettivamente compiuta, agita dal soggetto oppure se il processo viene subito o sperimentato da questi. Alcuni verbi intransitivi possono formare i tempi composti con entrambi gli ausiliari, talvolta assumendo sfumature di significato diverse: è il caso di “deragliare”, “sbandare” e “straripare”.
Non si rassegni, invece, a correggere “ho rimasto”, perché “rimanere” vuole come ausiliare “essere”.
Simonetta Losi
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Un piccolo emendamento alla risposta della dr.ssa Losi. I verbi “deragliare”, “sbandare” (e “decollare”) prendono tassativamente l’ausiliare “avere”: il treno ha deragliato, l’automobile ha sbandato (l’aereo ha decollato). “Straripare”, invece, può prendere, indifferentemente, tanto ‘avere’ quanto ‘essere’: l’Adige ha straripato o è straripato. Per quanto attiene ai verbi intransitivi che indicano un movimento si adopererà l’ausiliare avere se il “movimento” è fine a sé stesso: ieri ho corso sempre; l’ausiliare essere se si intende mettere in evidenza il “risultato” dell’azione: appena appresa la notizia la figlia è corsa subito in ospedale.
Dimenticavamo: “questi” si adopera solo in funzione di soggetto.
Cosí dicono, per lo meno, i “sacri testi” a nostra disposizione:
Luca Serianni "Grammatica italiana", pag. 277

"Accanto a questo e quello esistono due forme esclusivamente pronominali: questi e quegli. Il loro uso è limitato a persone, al maschile singolare, alla funzione di soggetto; oggi hanno sempre valore anaforico".

Giuseppe Pittàno "Dizionario italiano"

"Questi come pronome dimostrativo personale si usa solo al singolare maschile e come soggetto: questi dice di essere suo cugino".

Vincenzo Ceppellini "Dizionario grammaticale"

"Questi, pronome dimostrativo di persona (...). Si usa solo in posizione di soggetto e solo per il maschile singolare".

Maurizio Dardano Pietro Trifone "La lingua italiana" pag. 171

"Questi, quegli si adoperano soltanto al maschile singolare in funzione di soggetto (per i complementi si ricorre a questo e quello)"

3 commenti:

il puntiglioso ha detto...

Gentilissimo dr Raso, ha perfettamente ragione (come sempre, del resto): i vocabolari che ho consultato danno "avere" come ausiliare da usare con i verbi citati.

il giustiziere ha detto...

Gentile dr Raso, alcuni vocabolari ammettono, sebbene di uso raro, l'uso di 'questi' nei casi obliqui.

Fausto Raso ha detto...

Sí, cortese amico, lo so...
Personalmente mi attengo a quanto riportano i "sacri testi" di cui ho fatto menzione.