sabato 26 giugno 2010

Fegato fa rima con...


Dallo “Scioglilingua” del Corriere della Sera in rete:
questioni di fegato
Gentile prof De Rienzo, gentili forumisti, chiedo la vostra preziosa collaborazione per avere delucidazioni sull'origine della parola fegato. Quando nei lontani tempi del ginnasio mi imbattei nella traduzione latina e greca di questo termine trovai nel primo caso iecur-iecinoris e nel secondo hepar-hepatos, così chiesi al mio professore perché il termine italiano fegato fosse così dissimile sia dalla forma greca che da quella latina. La spiegazione che mi venne fornita fu la seguente: le donne nell'antica Roma solevano preparare una pietanza a base di fegato e fichi -iecur figàtum- che chiamavano brevemente figàtum. Successivamente l'accento si è spostato e il vocabolo è diventato da piano a sdrucciolo: da qui la parola fegato.
Qualcuno di voi mi potrebbe suggerire delle spiegazioni alternative?
A proposito di fegato, è vero che è l'unica parola che in italiano non fa rima con alcunché? Se siete d'accordo proporrei un simbolico "Premio Scioglilingua" a chi riuscisse a trovare un vocabolo italiano che faccia rima con fegato.
Grazie dell'attenzione e... vinca il migliore!
Cordialmente,
(Firma)
Risposta dell’esperto:
De Rienzo Venerdì, 25 Giugno 2010
L'etimologia più probabile è dal latino "ficatum" (attestato nel III secolo) che da principio si riferiva solo al fegato degli animali ingrassato con i fichi.
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Gentile Professore, il Dizionario Etimologico del Pianigiani (
http://www.etimo.it/?term=fegato&find=Cerca) dà la sua stessa “origine etimologica” di fegato. Quanto a parole che fanno rima con fegato ce ne sono a iosa. Basta cliccare su questo collegamento: http://www.goldnet.it/~image/index.htm
Sotto il profilo “tecnico” si può parlare, però, di una “rima grammaticale o desinenziale”, cioè di rima con parole che hanno la medesima desinenza come, per esempio, fegato/affogato in cui la desinenza “-gato” si trova in entrambi i termini.

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Albo notanda lapillo (giorno da segnare con una pietra bianca)

I cortesi blogghisti “digiuni” di latino ci perdoneranno se segnaliamo questa locuzione latina che significa “giorno fortunato”, uno di quelli da segnare sul calendario. Quante volte vi sarà capitato di esclamare: che avvenimento, bisogna scriverlo sul calendario! Quest’espressione latina si adopera, quindi, allorché si vuole mettere in risalto un giorno gaio come quello, per esempio, in cui si riceve una visita gradita e inaspettata. Per i Latini il colore nero era simbolo di sventura, mentre il bianco era il simbolo della felicità, tanto è vero che, in un processo, per dare il voto di condanna o di assoluzione si servivano di sassolini neri o bianchi.

2 commenti:

il puntiglioso ha detto...

Stimatissimo dott. Raso,
da Lei c'è sempre qualcosa da imparare. Non sapevo che esistesse la "rima grammaticale o desinenziale". Grazie

jhonny ha detto...

Un amico mi ha segnalato il Suo blog. Imperdibile, aveva ragione, l'ho messo subito tra i preferiti.